Impara a immaginare l’inimmaginabile

Immagina di essere un ragazzo ventenne negli anni duemila. Immagina di vivere in un paese che ti nega uno dei diritti fondamentali: la libertà d’espressione. Immagina che il tuo unico obiettivo sia affermare le tue idee, combattere un regime autoritario, difendere i diritti umani. Ora immagina di essere imprigionato, torturato, violato e deriso solo per questo.

Surreale no? Eppure è tutto vero e succede a circa 2 ore di volo da noi, in Egitto, una tra le nazioni del mondo più chiuse, arretrate e violente.

Immagina ora di essere Patrick Zaki e di aver rivisto la luce dopo un anno di prigionia, passato in uno dei carceri più pericolosi e disumani al mondo, dove non si parla di rieducazione del condannato, non si tiene conto delle condizioni di vita e igiene dei prigionieri, né del sovraffollamento, dove le torture e la pena di morte sono all’ordine del giorno.

Immagina, come è successo per lo studente bolognese Patrick, di essere stato arrestato con l’accusa di minaccia alla sicurezza nazionale, incitamento alle proteste illegali, sovversione, diffusione di false notizie, propaganda per il terrorismo da uno Stato che non ti concede neanche il diritto di difenderti, uno Stato che il più delle volte viene elogiato e sostenuto dai paesi occidentali.

La colpa di tutto questo è sicuramente del governo egiziano di Abdel Fattah al-Sisi, come dei governi passati, che applicavano le stesse privazioni, ma anche dell’atteggiamento degli Stati occidentali, di tutte quelle nazioni libere, Italia compresa, che pongono gli interessi economici davanti all’importanza del rispetto dei diritti dell’essere umano.

L’Italia è il primo produttore di armi al mondo, ed è stato il primo fornitore di strumenti di repressione durante la rivoluzione egiziana del 2011, ma a che scopo? Con quale scopo l’Italia e i paesi d’Occidente forniscono i mezzi con cui uno stato autoritario reprime le richieste di libertà di un popolo? 

“Perché al-Sisi è ancora un partner commerciale dell’Italia nonostante i crimini commessi? Perché si parla di Europa democratica con valori democratici se l’Europa è un partner di questo regime (l’Egitto)?” 

Amr, amico di Patrick Zaki, intervistato dalle Iene.

La realtà egiziana è molto lontana dalla nostra, l’Italia è uno Stato che garantisce la libertà dei cittadini. Potremmo dire che le leggi di un altro Stato non ci riguardano, ma ciò non è vero quando a morire sono nostri connazionali, come Giulio Regeni, di cui non sappiamo chi sia l’omicida e il mandante, nonché il motivo della sua morte; questo non è vero quando a morire sono uomini e donne come noi, padri e madri, figli e fratelli come noi; non è vero quando non vengono garantiti i diritti fondamentali dell’uomo.  Non è giusto che ci sia silenzio ed è bene che non ci sia mai.

Alessandra Migliozzi VC LSU

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