Attenzione: i diritti non sono per sempre

“Se gli uomini potessero rimanere incinti, l’aborto diverrebbe un sacramento” (Flo Kennedy)

La storia dell’aborto, sia nel nostro paese che all’estero, è sempre stata molto complessa e travagliata a causa della mancanza di fondamenti scientifici che documentino lo stato effettivo del feto nei primi tre mesi di esistenza, termine entro il quale, almeno nel nostro paese, è possibile abortire.

Fin dall’inizio, la Chiesa cristiana mostrò una posizione ostile nei confronti di questa pratica, influenzandone l’applicazione sin dall’inizio in quanto ritenuta immorale, ma questo principio fu riportato solo molti anni dopo nella bolla papale “Apostolicae Sedis” del 1869, emanata da Papa Pio IX. Da questa data, la posizione della comunità cristiana è rimasta immutata nel tempo e questo ha causato malcontenti nelle comunità di donne in tutto il mondo nel corso della storia.

In Europa, tuttavia, l’avanzamento della ricerca scientifica portò alla diffusione di tecniche che permisero alle donne di praticarlo agli inizi del 1900, finché non fu nuovamente vietato in alcuni Paesi, soprattutto in quelli governati da regimi dittatoriali, che però nella maggior parte dei casi lo reintrodussero quando il regime ebbe termine.

Le comunità femminili dei Paesi in cui questo diritto non fu più garantito, iniziarono delle lotte a metà del XX secolo affinché ne venisse riconosciuta la legittimità. In questo periodo infatti le richieste delle donne aumentarono a dismisura e gli Stati non poterono fare a meno di ascoltarle, soprattutto in seguito alle proteste dei movimenti femministi, che tuttavia furono ostacolati dai movimenti pro-life, totalmente in contrasto con questa pratica.

Negli USA fu legittimato grazie alla sentenza “Roe vs Wade” del 1973, in cui Norma McCorvey, sotto il nome di Jane Roe, citò in causa il procuratore Henry Wade per aver impedito l’accesso a questa pratica e vinse la causa. In Europa, invece, il primo Stato a renderlo legale fu l’Inghilterra nel 1967 e in Italia ciò avvenne 8 anni dopo, nel 1975.

La situazione nel mondo da quel periodo ad oggi è tuttavia tristemente cambiata, infatti in Polonia nel 2020 è stata abolita la legge emanata nel 1993 che permetteva di ricorrere a questa pratica. In seguito, anche una delle più grandi “democrazie” al mondo ha attaccato questo diritto ormai ritenuto quasi intoccabile: gli Stati Uniti, che nel giugno del 2022 hanno abolito la sentenza emessa nel 1973.

In Italia nel 1978, l’aborto fu legittimato dalla legge 194, in seguito alle battaglie delle femministe.

Qui di seguito riporto alcune parti dell’intervista telefonica concessami da Emma Bonino, ex senatrice e attivista per i diritti delle donne in data 5/11/22.

  • È stato difficile, nel passato, schierarsi con l’opinione pubblica nel passato, vista anche l’influenza della Chiesa?

“Molto, tanto che negli anni ’70 fui arrestata perché presi parte a molte attività in contrasto con le leggi anti-abortiste di quel periodo.”

  • Pensa che la legge sull’aborto resterà invariata e che quindi questo diritto continuerà ad essere garantito?

“Non lo so, ma so che se venisse modificata continuerei a battermi affinché la reintroducano. Tuttavia credo che se vorranno attaccare questa pratica, non elimineranno la legge ma ne renderanno difficile l’applicazione.”

In Italia la legge 194 non è stata modificata o eliminata dal ’78, quindi l’aborto è ancora legittimo almeno dal punto di vista legale, poiché nelle condizioni attuali è quasi impossibile praticarlo a causa del numero di obiettori di coscienza: circa il 64,6% dei ginecologi nel 2020, secondo la relazione annuale del Ministero della Salute.

Con questo articolo il messaggio che voglio trasmettere è che purtroppo la libertà e i diritti non devono assolutamente essere ritenuti “scontati” o “intoccabili”, poiché qualcuno prima di noi ha dovuto sacrificarsi e spesso sacrificare la propria vita per ottenerli.

Mattia Negrini III B LSU

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